http://www.ilcirotano.it/2019/09/16/il-dirigente-dellistituto-casopero-michele-serra-augura-un-buon-inizio-di-anno-scolastico-a-tutta-la-comunita-di-ciro-marina/

Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Gian Teseo Casopero”, dott. Michele Serra, augura un buon inizio di anno scolastico a tutta la comunità di Cirò Marina, con un pensiero particolare. Di seguito il suo messaggio augurale:

– È con grande emozione che mi trovo a scrivere queste poche righe di augurio e di “in bocca al lupo” a tutti Voi.
In questo ampio “Voi” includo davvero tutti, poiché questo è un “Voi” totale, generale, accogliente e inclusivo.
È un “Voi” che riguarda il personale della scuola, personale docente e personale Ata, ugualmente responsabile, ciascuno nel proprio ruolo per il successo scolastico.
È un “Voi” che si rivolge alle famiglie, per augurare loro una piacevole e proficua vita scolastica e un rapporto professionale, ma soprattutto umano, sereno e vivace.
È un “Voi” che si rivolge ai “nostri” alunni, dal mondo dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, dove tanti ragazze e ragazzi, uomini e donne di domani, cercano non solo istruzione ma anche punti di riferimento ed esempi.
È un “Voi” inteso in modo ampio per l’intera comunità cittadina, che coinvolge istituzioni, scuola e famiglie, perché possa elargire una sensazione diffusa di crescita, di arricchimento, di collaborazione, di sinergia.
È un “Voi” riferito, sinteticamente, a tutti coloro che hanno a cuore la vita sociale e personale di noi tutti anche se non direttamente lavoratori, iscritti, familiari compresi nel contesto scolastico.
In ultimo mi permetto di aggiungere un “in bocca al lupo” per me stesso, con l’auspicio che questo “Voi” diventi “Noi”, e con l’esortazione per tutti “Noi” a fare sempre del nostro meglio. Buon anno scolastico a tutti –
È quanto scrive il Dirigente Scolastico Michele Serra, emozionato, e leggermente frastornato per questa nuova esperienza lavorativa presso l’Istituto Comprensivo “G. T. Casopero”. Una nuova esperienza dunque, che lo ha condotto, ancora una volta, dopo le varie fasi della sua vita da studente e da docente, lontano dalla sua casa di Lecce, come racconta con voce sommessa, parlando della sensazione di disorientamento, misto ad una sorta di ansia che si è protratta per tutti i mesi estivi, fino all’arrivo in Calabria a Cirò Marina, dove l’apprensione che comunemente accompagna i cambiamenti radicali, e l’impatto con un luogo del tutto estraneo, hanno pian piano lasciato il posto ad altre sensazioni, decisamente più gradevoli: prima tra tutte, la gentilezza con cui è stato accolto in paese, dagli abitanti della cittadina, e a scuola, da tutto il personale docente e non docente. Una sensazione di accoglienza che ha definito “pulita”, piacevole, intrisa di quella serenità che trasforma ogni luogo in “casa”. E come ogni luogo o casa, anche la scuola ha un milione di cose che occorre conoscere, apprezzare, migliorare, e su cui ragionare. Questa è la normalità, e l’obiettivo prioritario è quello di ragionare assieme sulle difficoltà e sulle contingenze che quotidianamente si presentano, evitando di trasformare il proprio “Io” nel centro del mondo. La mia poltrona – continua il giovane dirigente, poco più che quarantenne – è temporanea, io non sono la scuola come non lo sarà chi verrà dopo di me o chi c’è già stato, poiché la scuola riguarda la comunità, ed occorre che tutti lavorino per intessere legami di ascolto tra le parti. Anche i problemi più insormontabili, a volte necessitano semplicemente di un po’ di ascolto che rasserena gli utenti e contribuisce a creare un clima più aperto e socievole, seppure a volte si debba prendere delle decisioni condivise solo in parte. E conclude augurandosi che questa impressione tanto faticosa di continuo susseguirsi di tanti impegni e adempimenti che si accavallano, possa essere sostituita da una fase di lavoro intenso ma soddisfacente per tutti. Perché alla fine, a prescindere dalla quantità di tempo che si trascorre in un luogo, quello che conta è il modo di impiegarlo, e non c’è tempo speso meglio di quello utilizzato ad imparare a conoscere le persone affinché, andando via, si possa lasciare una buona impressione, accompagnata da un senso di gratitudine e di soddisfazione per il lavoro condiviso proficuamente.